Ronnie Cutrone: Flags and Quilts

18 Maggio - 29 Luglio 1995

Ronnie Cutrone 
Ho cominciato seriamente a dipingere personaggi dei cartoni animati nelle mie opere dal 1982; ho sempre cercato di creare un linguaggio universale. Un linguaggio visivo immediatamente comprensibile a chiunque. Per me è questa l'essenza di tutta l'arte Pop o “arte popolare”. 
Scelgo personaggi dei cartoni animati perché davvero li amo e penso che uno dovrebbe dipingere ciò che ama. Inoltre il vero significato della parola “cartoni animati” trova le sue radici nei dipinti delle caverne, negli antichi manoscritti, Leonardo da Vinci e Andy Warhol, fino a oggi con Topolino e me. I cartoni animati hanno seguito una linea parallela alla storia umana. In fondo i cartoni animati che scelgo hanno tutti i possibili caratteri esistenti nella natura umana. Chi guarda sa come questi personaggi parlano, si muovono e persino ciò che pensano, poiché spesso si identificano con i loro pregi e i loro difetti. 
I cartoni animati rappresentano la natura umana e sono quindi un modo per me di osservare e commentare le implicazioni sociali e politiche della società. Gli sfondi nei quali essi si muovono nei miei lavori sono le bandiere e dal 1990 ho cominciato a usare anche i quilt americani. 
Le bandiere sono una soluzione ideale al problema di scegliere un mondo in cui i personaggi potessero vivere. In qualche maniera volevo portarli nel nostro “mondo reale”, metterli su un palco sotto i riflettori dello sgradevole simbolismo e dei nazionalismi, per poi lasciarli perdere. 
Sempre ho desiderato che essi, nella loro innocenza, saltassero le barriere innalzate dall'uomo: i nazionalismi, i razzismi e tutti gli altri “ismi”, direttamente fino al cuore. Questo succede, però anch'io spesso non sono estraneo alla controversia. Ho anche imparato ad accettare questo come una parte del mio lavoro di artista. 
Negli anni ho scoperto che la maggioranza delle persone preferisce che io dipinga le bandiere di “altri popoli”, non rendendosi conto che siamo tutti un unico popolo. 
Ebbi la fortuna di essere conosciuto durante l'apogeo della Transavanguardia quando era in voga uno spirito internazionale di cooperazione. Tuttora credo che il concetto essenziale di unità sia atemporale e un sogno segreto nel cuore di milioni di persone. 
Per me questa è l'unica realtà sana. Questa realtà, oggi, si sta riflettendo nella rivoluzione del computer; dove le frontiere, i muri e i passaporti non esistono nella rete universale. 
Nel 1990 ho cominciato a utilizzare i quilt americani come fondo per i personaggi. Mi affascinò l'idea di questi come antichità del XX secolo, e per natura molto legati alla persona. Quando i soldati partivano per la guerra, le donne usavano fare queste trapunte nell'attesa del loro ritorno. Non posso fare a meno di pensare alle notti insonni e alle lacrime sparse su questi dipinti. Mi resi conto che sia i quilt che le bandiere americane cuciti da Betsy Ross, erano confezionati da donne. Mi piace l'idea di potere io, pittore di sesso maschile, includere il bel lavoro delle donne nella mia visione tendenzialmente maschile del mondo. 
Questo aggiunge qualcosa al mio lavoro che per me è essenzialmente mantenere il mio credo che la “grande arte” sia universale, profondamente personale e senza riguardo per la nazionalità o il sesso. In tutte le mie mostre spero di raggiungere l'innocenza del bambino a lungo persa nella furia e nella paura, e arrivare a portare un sorriso di saggezza.