AN OUTDOOR CONCEPT: IN COLLABORAZIONE CON WOOLRICH WOOLEN MILLS

17 - 21 Gennaio 2006
Woolrich Woolen Mills per presentare la prima collezione sceglie una collaborazione con sette giovani artisti sui temi dell’outdoor e della natura. 
 
Woolen Mills è un progetto che nasce dalla passione per la riscoperta della tradizione manifatturiera americana. Ogni singolo pezzo della collezione ha una sua propria storia, uso e funzionalità che derivano dal mondo dell`outdoor.
Per celebrare i suoi valori e il suo mondo di riferimento, Woolrich Woollen Mills ha commissionato  a sette giovanissimi artisti lavori dedicati al mondo dell’outdoor e della natura, che verranno esposti presso la Galleria Lorenzelli Arte dal 17 al 21 gennaio.
 
Provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Bologna, e selezionati da Luca Caccioni, i giovani artisti hanno interpretato i temi dell’outdoor e della natura con tecniche e sensibilità differenti, dalla pittura alla scultura alla fotografia alla videoanimazione.
 
 
Alessio Cancellieri, nato ad Urbino nel 1981,si è diplomato all’istituto statale d’arte di Urbino.
Il suo percorso artistico consiste in una ricerca continua  verso il linguaggio e le problematiche concettuali legate alla tecnica dell’animazione ed alla sua negazione.
L’uso della polvere come materia evanescente, sovrapposta alle immagini, rappresenta la memoria inafferrabile del quotidiano all’interno di un ossessivo processo di rielaborazione. Memoria eternamente indefinibile e straniante.
 
Amandine Samyn nasce a Bruxelles nel 1978. Nel 1996 frequenta il corso di scultura presso il College of Art and Design dell’Ontario (Canada). Nel 2002 si laurea in Sociologia ed Antropologia a Bruxelles. Nel 2003 vive a Granada (Spagna) dove si dedica alla pittura. Da 2 anni vive a Bologna.
Amandine Samyn dipinge ad olio con inserimenti a matita. Nel suo lavoro si scorge un viaggio nell’antropologia, attraverso atmosfere surreali, sospese quasi in un vuoto pneumatico dove lascia galleggiare comparse mediorientali, animali, bambini, piccoli bagnanti ed altro; il tutto, contenuto in uno spazio improbabile e rarefatto, conteso fra pittura e segno, dove l’evento sembra “non accadere”.
 
Gaia Carboni, nata nel 1980 a Torino, è residente a Chiesuola di Russi in provincia di Ravenna. Ha frequentato l'Istituto d'arte per la ceramica Ballardini a Faenza dove ha conseguito al diploma di maestro d'arte, e ha  frequentato il biennio di specializzazione in scultura.
L’intento del suo lavoro è di fornire uno stordimento visivo dovuto ad un gioco ottico, sovrapponendo alla texture naturale che ogni pianta vegetale possiede, in particolar modo le piante grasse, quella della stoffa,degli abiti indossati da graziose bambine di tempi passati. Le figure, volgendo però le spalle all'osservatore impediscono ogni tipo di apparizione di umanità; al tempo stesso il fatto che il loro sguardo sia rivolto alla pianta accentua e rafforza la tensione che si viene a creare tra le due coprotagoniste e il loro tentativo di sopraffarsi a vicenda. L'interesse per la texture e il particolare riemerge anche nella serie dei disegni colorati con i  pastelli a olio e nella scultura ,la pianta grassa, in  lattice dove in questo caso il particolare minuzioso va ad unirsi alla  componete ironica centrata sul nome letterale del soggetto.
Giulia Ravazolo è nata ad Arzignano nel 1980. Diplomata nel 2005 all'accademia di Belle Arti di Bologna, partecipa ai workshop tenuti alla Sommers Academy Fur Bildende Kunst, a Salisburgo con Rona Pondik di New York nel 1998, con Jeoffrey Hendrix di New York e Gunter Undemburg di Monaco nel 1999, con Paloma Navares di Madrid nel 2000. Nel 2003 ha conseguito una borsa di studio alla Wimbledon School of Art di Londra.L’artista lavora attraverso l'utilizzo di media come fotografia, video, installazioni e scultura, creando spazi metaforici, mentali e privati, all'interno dei quali viene analizzato il tema dell'identità, alterata da disagi psicologici e anomalie psichiche, creando un percorso espositivo attraverso passaggi obbligati, prolungamenti architettonici dai rimandi cognitivi, all'interno dei quali le azioni dell'entrare ed uscire a fatica degli spettatori, mettono in relazione lo spazio fisico con quello mentale. Così l'artista ci introduce all'interno del disagio e rappresenta le difficoltà di queste persone nel confrontarsi con l'esterno nella crezione di un teatro dell'assurdo raffinato ed estetico, involucri grassiformi e copricapi ipertrofici, disposti a terra come abiti dismessi per corpi ingombranti e impediti, appaiono come simulacri di una fisicità iperinvestita e di un corpo strumentalizzato, in direzione di un messaggio, che all'opposto, mira a sottolineare l'importanza della qualità e dell'energia di ogni persona, e del corpo, come contenitore dell'anima.
 
Margherita  Moscardini è nata a Livorno nel 1981. Vive e lavora tra Castagneto Carducci e Bologna.
 
Due i lavori presentati, Training II, video 16:9, No Title, progetto fotografico.
Training  è un progetto aperto che si interroga sulle possibilità del non fare. Training  si situa all’ingresso, sulla soglia, nell’esatta metà tra il punto di osservazione e la scena luogo dell’atto. Una ragazzina è incastrata al principio dell’azione, dove il training può trasformarsi in fatto ma proprio per principio resta uguale a se stesso, perpetuandosi in un eterno inizio.
 
Michele Parisi, nato a Riva del Garda nel 1980,  vive e lavora tra Trento e Bologna.
Il lavoro presentato costituisce una catalogazione di immagini scattate in luoghi aperti, estesi, in cui la figura umana si pone  in stretta relazione con lo spazio e con la natura diventando un "corpo" unico mediante la sgranatura dell'immagine che, attraverso la trasposizione su  tela, diventa pittura.
 
Sandro Crisafi nato a Vittorio Veneto nel 1980, studia e vive a Bologna. Lvx Lvdens è un video di circa 30 minuti che mette in rapporto il ritmo della comunicazione luminosa fra diversi animali marini, con atmosfere e ritmi analogici di diverse fonti sonore.