Gérard Schneider

Gérard Schneider nasce il 28 aprile 1896 a Saint-Croix, rue des Beaux Arts, in Svizzera, ma cresce a Neuchâtel. 

Il padre, un antiquario, è di origini bernesi; la madre, di origini italiane, lo ha introdotto alla pittura rinascimentale.

Nel 1910, all'età di quattordici anni, si iscrive al corso di disegno di Alfred Blailé: il disegno, per Schneider, è sempre stato una passione. Questo apprendistato è stato fondamentale e gli ha fatto acquisire il senso della pittura murale e la necessità di dipingere grandi spazi.

Nel 1916 viene ammesso all'École des arts décoratifs di Parigi. Termina gli studi nel 1918  ed entra nello studio di Cormon all'École nationale supérieure des beaux-arts. In questo periodo, Schneider frequenta spesso il Jardin du Luxembourg, che ospita il primo museo d'arte moderna: qui vede Renoir, ma soprattutto scopre Matisse.

Si interessa a tutti i movimenti dell'arte emergente, ma continua anche a studiare tutte le grandi correnti della storia dell'arte: dall' arte primitiva alla pittura del Rinascimento.

Nel 1920, torna a Neuchâtel dove lavora come decoratore. Nello stesso anno sposa Marguerite Barbezat e, qualche anno dopo, entrambi tornano a Parigi. Lì, Schneider si dedica al restauro di dipinti antichi; ha imparato molto guardando e restaurando gli antichi maestri, soprattutto per quanto riguarda la pittura a olio.

Nel 1926, invia due delle sue prime opere, L'Allée hippique e una Nature morte, al Salon d'automne. Schneider è alla ricerca di un'arte, di un linguaggio, che vada oltre l'impressionismo.

Nel 1936, Schneider partecipa al Salon des Surindépendants inviando cinque dipinti, tra cui Figures dans un jardin, che segnerà il suo ultimo anno figurativo. Incontra il pittore Louis Fernandez, che lo introdurrà ai surrealisti: ha inizio a un periodo importante della sua attività di pittore, corrispondente al passaggio all'astrazione. 

Il periodo surrealista di Schneider dura poco più di un anno, ma è estremamente ricco e importante per l'evoluzione del suo lavoro. Un'altra influenza è significativa per Schneider. Nell'estate del 1937, al Jeu de Paume, vede le opere del periodo lirico di Kandinsky.

Adotta anche la teoria di Kandinsky dell'autonomia della pittura dalla realtà sull'esempio della musica: per questo motivo intitolerà i suoi quadri Opus. Il primo Opus di cui siamo a conoscenza è l'Opus 80, del 1937. Questo quadro è ancora una pittura surrealista, appartenente a questo periodo di transizione, come le tre opere note come Composition, che invierà nel 1938 al Salon des Surindépendants.

Con l’avvento della guerra, nel 1939 Schneider si propone come volontario per l'esercito francese, ma non viene chiamato in servizio. Degli anni dal 1940 al 1942 non abbiamo nulla. Partecipa agli insegnamenti di Gurdjeff, così come altri artisti e scrittori. Fa amicizia anche con Picasso.

Nel 1945, il Musée national d'Art Moderne acquisisce una sua opera, una Composition del 1944. Firma quindi un contratto con la Galleria Lydia Conti, importante sostenitrice della fioritura dell'arte astratto-lirica nel dopoguerra. Nel 1947 realizza la sua prima mostra da Lydia Conti.

Nel 1948 ottiene la cittadinanza francese. Il 1948 segna anche la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia.

Nel 1949 partecipa alla mostra "Du figurative à l'abstrait" allestita presso i musei d'Arte Moderna di San Paolo e di Buenos Aires. 

Nel 1950 le sue opere vengono presentate in due mostre collettive in Germania, di cui una itinerante, in Austria e nell'importante esposizione al Musée des Beaux-Arts di Lione, e nelle capitali dell'America Latina.

Pubblica il suo primo scritto "Pour ou contre l'art abstraite" sulla rivista "Arts".

Entra quindi nella galleria Louis Carré, dove ritrova Lanskoy e De Staël.  In questo periodo la pittura di Schneider raggiunge la sua piena maturità.

Nel 1953, tiene la sua prima grande mostra personale al Palais des beaux arts di Bruxelles: porta delle tele di grandi dimensioni eseguite in modo molto libero (tra cui l'Opus 44 B), ma che mantengono la solidità acquisita dalla sua ricerca sulla pittura murale.

Nel 1954 Schneider partecipa nuovamente alla Biennale di Venezia, nel padiglione francese, dove presenta la grande opera Opus 65B.

Nel 1955 è presente alla prima Documenta di Kassel e firma un contratto con la Kootz Gallery di New York.  La prima grande mostra personale di Schneider alla Kootz ha luogo nella primavera del 1956: presenta una grande tela di quattro metri.

La pittura di Schneider diventa allora molto pastosa, molto materica, con la predominanza di un nero intenso che struttura la composizione, il colore sembra provenire dal fondo; i bianchi, a partire dal 1956, acquistano sempre più importanza e diventano veri e propri rilievi dal valore molto tattile. 

I suoi dipinti sono molto apprezzati in Belgio e in Italia. L'incontro con Lorenzelli avviene presso lo studio Armand-Moisant, ma è dal 1960 in poi che Schneider lavora con lui regolarmente, se non addirittura in maniera esclusiva.

Nel 1957, a Milano, riceve il Gran Premio Lissone per l'arte astratta ed espone alla Galleria Lorenzelli di Bergamo.

Nel 1959 viene pubblicata la prima monografia su Schneider nella collana "Musée de Poche" di Georges Fall.

La sua prima mostra nella galleria milanese di Lorenzelli ha luogo nel 1961.

È verso gli anni Settanta che adotterà l'acrilico, una nuova tecnica che gli permetterà di lavorare sulla tela come con la gouache.

All'inizio del 1983, venne organizzata un'importante retrospettiva su Schneider dal Musée d'art et d'Historie di Neuchâtel, accompagnata da una monografia e ripetuta dal Musée d'art contemporain di Dunkerque.

Nel 1986 si è tenuta anche una mostra intitolata "Hommage à Schneider, 75 Oeuvres de 1916/1986" presso i musei delle città di Angers, Choler e Saumur.

Gérard Schneider muore a Parigi l'8 luglio 1986.

 

 

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