Julius Bissier

 1893 
Julius Heinrich Bissier nasce il 3 dicembre a Friburgo in Brisgovia. 
1913-1918 
Studia storia dell'arte all'Università di Friburgo e segue alcuni corsi all'Accademia di Belle Arti. 
1914-1918 
Svolge il servizio militare alla stazione di controllo postale di Friburgo, tra l'altro con il futuro filosofo Martin Heidegger. 
1919 
Tiene alla Gemäldehaus “Julius Sommer” la sua prima mostra personale. Conosce l'importante sinologo Ernst Grosse, autore del fondamentale libro sul disegno a china nell'Asia orientale: Die ostasiatische Tuschmalerei, Berlino, 1922, e ne diventa amico. Grosse fu anche uno dei primi collezionisti di Bissier. 
1920 
Tiene una personale presso un'associazione artistica, il Kunstverein della città natale. Conosce lo psichiatra Hans Prinzhom, autore del libro Bildnerei der Geisteskranken, 1922. L'incontro con Prinzhom lo porta a conoscere anche l'opera dello storico e mitologo Jakob Bachofen. 
1922 
Sposa la tessitrice Lisbeth Hofschneider. 
1923 
Partecipa ad una mostra collettiva che si tiene alla Kunsthaus di Zurigo 
1922-1929 
Lavora realizzando opere stilisticamente vicine alla “Nuova Oggettività” (Neue Sachlichkeit): nature morte, paesaggi, ritratti. 
1926 
Nasce la figlia Dorothée 
1928 
Nasce il figlio Uli. Vince la Medaglia d'Oro della città di Düsseldorf, il “Großer Preußischer Staatsankauf”, il premio per la pittura all'esposizione del Deutscher Künstlerbund di Hannover. Compie un viaggio a Berlino. 
1929 
Incontra Willi Baumeister e ne diventa amico. Vive un periodo di crisi artistica, ma continuando a lavorare realizza anche il progressivo passaggio da una pittura figurativa ad una pittura caratterizzata da forme elementari ed astratte. Lisbeth Bissier comincia ad allestire il suo laboratorio tessile. 
1929-1933 
Dirige un corso di pittura all'Università di Friburgo in Brisgovia 
1930 
Intraprende un viaggio a Parigi. Visita Costantin Brancusi 
1931-1947 
Lavora prevalentemente con la china. Prime chine simboliche (Symboltuschen) 
1933-1945 
Nessuna disponibilità ad esporre. E' un periodo difficile, al quale l'artista reagisce chiudendosi in se stesso. 
1934-1943 
Profonda amicizia e corrispondenza intensiva con Oskar Schlemmer. Con lui, negli anni difficili, Bissier ha modo di continuare a discutere d'arte. 
1934 
Un incendio divampa in un' ala dell'Università di Friburgo. Nel rogo i due atelier di Bissier e la quasi totalità delle opere da lui create fino a quel momento vengono distrutti. Perde anche il posto come insegnante all'Istituto. Muore il figlio Uli per i postumi di una malattia infantile. Lavora soprattutto di notte, realizzando piccoli disegni a china. 
1935-1937 
Intraprende alcuni viaggi in Italia. Visita Milano, Roma, Ravenna, Assisi, la Toscana e Noli. Lavora eseguendo paesaggi a china e una serie di chine dedicate alla guerra civile in Spagna e alla morte del figlio. Comincia anche a lavorare ai Tarnbilder, ovvero le “immagini mimetiche”: piccoli dipinti su tavola con frutti, pietre e recipienti (e cosi fino al 1942). 
1936-37 
Ispirato alla lettura delle opere di Johann Jakob Bachofen, realizza una serie di chine di piccolo formato caratterizzate da un simbolismo elementare, fatto di segni semplici. Queste riflessioni lo pongono in dialogo con il mito, con la mistica e le filosofie europee, nonché con il taoismo e la filosofia zen. 
1939 
Con i suoi familiari si trasferisce ad Hagnau, sul Lago di Costanza. Il laboratorio tessile di Lisbeth garantisce sostentamento alla famiglia durante i tempi della guerra. Esso rimarrà attivo fino al 1960. Di giorno Bissier si occupa della contabilità della ditta e suona il violoncello. Di notte nascono le prime chine di grande formato. 
1947-1954 
Chine, xilografie e monotipi a colori: attraverso queste ultime, in particolar modo, Bissier cerca di ristabilire un contatto con il colore. 
1948 
Assieme a Willi Baumeister e Oskar Schlemmer partecipa alla mostra: “Erste Ausstellung der Galerie Herbert Hermann”, Stoccarda. Negli anni successivi tiene mostre ad Amburgo, Friburgo, Braunschweig, Francoforte sul Meno, Mannheim, Zurigo. Viene pubblicata a Stoccarda la monografia di Kurt Leonhard. 
1951 
Mostra con Max Bill e Georges Vantongerloo presso il Kunstverein di Friburgo. 
1953-1955 
Inizia a realizzare acquerelli su carta, miniature policrome, tempere all'uovo e all'olio eseguite su tela e su cotone. Partecipa ad alcune mostre con il “Gruppo Zen 49”. 
1956 
Fa amicizia con Jean Arp 
1957 
A partire dall'autunno inizia a soggiornare annualmente presso Locarno (Ronco s - Ascona, Monti e Brione). 
1958 
Viene invitato ad esporre alla XXIX Biennale di Venezia. Raggiunge improvvisamente una fama internazionale. Stringe amicizia con Werner Schmalenbach. Prima grande retrospettiva organizzata preso la Kestnergesellschaft di Hannover; la mostra verrà poi ospitata nei musei di Duisurg, Hagen, Brema, e Ulm. Incontra critici, storici dell'arte e scrittori che negli anni si appassioneranno al suo lavoro: Marcel Brion, Manuel Gasser, Will Grohmann, Werner Haftmann, Erhart Kästner, Kurt Leonhard, Jean Leymarie, Thomas Messer, Pierre Restany, Herbert Read, Franz Roh, Karl Ruhrberg, Heinrich Schiff, Dora Vallier, Egon Vietta. 
1959 
Vince il premio Cornelius della città Düsseldorf. Partecipa a Documenta II, Kassel. Incontra e stringe amicizia con Ben Nicholson e Italo Valenti. Tiene una mostra retrospettiva al Gemeentemuseum de L'Aia. 
1960 
E' invitato per la seconda volta ad esporre in un mostra alla Biennale di Venezia. Tiene mostre a Londra, Bergamo (alla Galleria Lorenzelli, dove realizza difatti la sua prima mostra personale in Italia), Bologna e a Parigi. Premio d'arte della città di Berlino. 
1961 
Si trasferisce ad Ascona. E' invitato a partecipare con una mostra speciale alla Biennale di San Paolo del Brasile, dove gli viene assegnato anche il premio speciale in occasione del decennale della Fondazione della Biennale. E' membro dell'Accademia di Belle Arti di Berlino e membro onorario anche di quella di Norimberga. Tiene la sua prima personale alla Lefebre Gallery di New York. Gli vengono dedicate retrospettive al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles e al Bezalel National Museum di Gerusalemme. Stringe amicizia con Mark Tobey. 
1962 
Vince il premio della critica di arte belga; tiene una retrospettiva al Kunstverein di Amburgo, poi itinerante nei musei di Ulm, Stoccarda, Wuppertal, Mannheim e Friburgo. Tiene una mostra al Museo d'Arte Moderna di Rio de Janeiro. Espone alla galleria Beyeler di Basilea e Stangl di Monaco di Baviera. 
1963 
Tiene una mostra retrospettiva presso l'Institute of Contemporary Art di Boston, poi presenta anche nei musei di Chicago, Detroit, Utica e Los Angeles. Tiene un'altra retrospettiva al Kunstmuseum di San Gallo. Esce la prima monografia di Werner Schmalenbach. 
1964 
Partecipa al Documenta III, Kassel. Vince il “Großer Kunstpreis des Landes Nordrhein- Westfalen” (Gran Premio d'arte della renania settentrionale – Vestfalia) 
1965 
Tiene una grande retrospettiva alla Scottisch National Gallery of Modern Art di Edimburgo con Giorgio Morandi. Viene pubblicata la monografia di Dora Vallier. 

Muore il 18 giugno nella sua casa-atelier “Casa Rondine”, ad Ascona, sul Lago Maggiore, oggi sede dell'Archivio.