1 maggio | 7 settembre 2008
a cura di Luca Massimo Barbero Associate Curator, the Guggenheim Museum, Venedig
Project Curator Cecilia Widenheim
Assistant Curators Fredrik Liew, Francesca Pola
Le due città italiane del nord, Milano e Torino, ebbero un ruolo fondamentale nella vita culturale italiana negli anni '50 e '60. Gli anni tra il 1958 e il 1968 si sono sviluppati in un periodo altamente dinamico per l'arte, il design, l'architettura e il cinema, sulla scia del boom economico italiano, comunemente definito un miracolo economico.
Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, il centro di Milano era stato devastato da incursioni aeree e ora emerse un nuovo e moderno sviluppo urbano, con particolare attenzione all'industria, alle banche e alle fiere commerciali. Nel frattempo, il mondo dell'arte ha parlato di ridurre il colore e l'espressione soggettiva e di ampliare i confini della scultura e della pittura.
La mostra è concepita come un percorso attraverso un ricco decennio guidato da Lucio Fontana, con le sue idee e opere sullo "spazio", insieme a Piero Manzoni, emblematico di una nuova generazione artistica che affronta gli aspetti concettuali dell'immagine. Pochi anni dopo, negli anni '60, Torino assunse la staffetta. La scena artistica, che era stata dominata dalla pittura informale, stava ora cambiando con una nuova generazione di artisti che si è concentrata su processi, idee e materiali non convenzionali. Attorno a una manciata di gallerie e di project room guidate dall'artista, si è evoluta una nuova identità, radicata nelle idee di Manzoni e Fontana.
Nell'ultima sezione la mostra presenta opere di arte Povera. I materiali trovati in natura e nella vita di tutti i giorni sono stati utilizzati in modi nuovi e sono emerse interpretazioni radicali della teoria artistica. I dipinti a specchio che cambiano aspetto ad ogni nuova ambientazione segnano l'interesse comune nel contesto e nel ruolo dello spettatore. La mostra si conclude nel 1968 con l'ondata di manifestazioni che hanno scosso l'Italia. La Triennale di Milano fu assediata dagli artisti e molte delle mostre alla Biennale di Venezia del 1968 furono chiuse per protesta.
