16 aprile | 11 ottobre 2009
a cura di Franco Sborgi e Sandra Solimano
In un clima di rinnovato interesse per la pittura, sia nel contesto storico delle avanguardie della seconda metà del ’900 sia nelle sue più recenti declinazioni figurative, il Museo d’Arte Contemporanea di Genova dedica un’ampia rassegna al movimento della Nuova Pittura che caratterizza la scena artistica italiana dei primi anni ’70 , allargando la panoramica dall’Italia all’Europa (Belgio, Germania, Gran Bretagna, Francia, Olanda) e agli Stati Uniti d’America dove, dalla matrice sostanzialmente astratta della cultura pittorica americana dalla fine della seconda guerra mondiale in poi, nascono movimenti come la Nuova Astrazione. La mostra intende fornire una lettura storico-critica di questa linea internazionale della ricerca pittorica che, tra Anni Sessanta e Settanta, riporta il dibattito artistico sul territorio del linguaggio e del lavoro del pittore, reagendo con contenuti lucidi e propositivi alla smaterializzazione dell’arte del Concettuale.
Molti degli artisti che alla fine degli anni ’60 aderiscono al movimento della Nuova Pittura hanno peraltro attraversato l’esperienza concettuale e dunque propongono un uso concettualizzato del fare pittura, completamente estraneo a qualsivoglia referenzialità con il dato esteriore. La pittura manifesta se stessa negli elementi essenziali del fare pittorico - supporto superficie segno pigmento- in una inevitabile presa di distanza anche dalle avanguardie storiche di cui rifiuta la dimensione utopica e misticheggiante.
Il percorso della mostra prende avvio proprio dal lavoro di alcuni dei grandi artisti che rappresentano il modello di riferimento dei Nuovi Pittori, da Joseph Albers di cui si espone Homage to the Square ( 1974) dalle collezioni del Josef Albers Museum di Bottrop ( Germania) a Lucio Fontana, presente con Attese, 1961, già appartenuto al genovese Museo Sperimentale di Eugenio Battisti e ora nelle collezioni della Galleria d’Arte Moderna di Torino. Accanto a questi, Dorazio, Nigro, Aricò ( con la grande tela sagomata Prospettiva per Paolo Uccello, 1970 dalla collezione VAF di Francoforte sul Meno, in deposito presso il Mart di Trento e Rovereto) rappresentano in qualche modo la più vicina evoluzione delle ricerche astratte nella dimensione di una ricerca spazio temporale. Segue la sezione Protagonisti , scelti tra gli artisti italiani che hanno partecipato ad un significativo numero di mostre programmatiche :Carlo Battaglia, Enzo Cacciola, Vincenzo Cecchini, Paolo Cotani, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Carmengloria Morales, Claudio Olivieri, Gottardo Ortelli, Pino Pinelli, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini, le cui opere scandiscono gli spazi del Museo nelle diverse varianti del “pensare pittura”: dal bianco assoluto di Zappettini al dilagare del colore nelle grandi tele di Claudio Olivieri, dalle disseminazioni di Pinelli alle tautologie pittoriche di Claudio Verna, dai Cementi di Cacciola alle tele libere di Griffa.
Il secondo piano del Museo ospita la sezione Orizzonti internazionali che allinea tra le altre le esperienze dei gruppi francesi Support – Surface , con opere di Louis Cane, Marc Devade, Noël Dolla, Claude Viallat, Vivien Isnard , e BMPT, fondato nel 1967, con opere in mostra di Buren, Mosset , Toroni, e la situazione di Belgio e Olanda con Jaap Berghuis, Tomas Rajlich, Rudi van de Wint, Dan van Severen. E’ documentata anche la Nuova Astrazione Inglese, rappresentata tra gli altri da Robyn Denny , presente nelle due mostre omonime “Situation” che, all’inizio degli anni ‘60 , segnano la data di nascita del movimento, in contrapposizione alla Pop Art, pur senza evitare tangenze nell’attenzione all’ambiente visivo dei nuovi mass-media. Un dualismo che si ripropone in Germania, tra l’opera di Wilfred Gaul che opera in una zona di convergenza tra ricerche visuali e ricognizione della segnaletica urbana e quella di Raimund Girke, impegnato a richiamare l’attenzione sui valori autosignificanti della superficie pittorica. Particolare attenzione è dedicata alle correnti pittoriche non oggettive che si sviluppano dagli anni ’60 negli Stati Uniti, a partire da Kenneth Noland , presente con Morris Louis alla Biennale di Venezia del ’64 come coppia simmetrica a Raushenberg/Johns, esponenti della Pop Art e del New Dada. La tendenza sempre più marcata a costruire il quadro come un oggetto del tutto autonomo dalla realtà esterna è presente nei lavori di Robert Mangold, che utilizza semplici forme geometriche in legno su cui interviene con pittura a spruzzo, di Agnes Martin, che pone in risalto le superfici di supporto attraverso una stesura leggera del colore che lascia trasparire la trama della tela, nelle campiture monocrome di Marcia Hafif e di Lucio Pozzi, nel minimalismo cromatico di Robert Ryman
Al di là delle ragioni di oggettivo interesse di questa vicenda artistica in qualche modo globale, e della rinnovata attenzione della critica , confermata dalle numerose mostre e pubblicazioni ad essa dedicate, la mostra ha sue specifiche motivazioni nelle vicende storiche e culturali di Genova, che promosse la Nuova Pittura negli anni ’70 con mostre personali e collettive ( si ricordano tra le molte “Analytische Malerei” alla galleria La Bertesca e “Pittura” organizzata da La Bertesca a Palazzo Ducale, entrambe nel 1975) e trova ora nella Fondazione Zappettini di Chiavari, che è partner del Museo di Villa Croce e partecipa all’iniziativa con un significativo nucleo di opere appartenenti alle sue collezioni, un’istituzione finalizzata alla promozione, alla conoscenza e al dibattito sulla Pittura analitica. A ciò si aggiunga che esiste un profondo legame tra le collezioni del Museo e questa linea aniconica della ricerca del ‘900. Molti degli artisti italiani e stranieri presenti in questa mostra (Aricò, Dorazio, Fontana, Gastini, Girke, Guarneri, Nigro, Olivieri, Pozzi, Pinelli, Verna, Zappettini) sono presenti anche nelle collezioni del museo, altri , come Buren, Gaul, Isnard, Mangold, Toroni, sono stati presentati in più occasioni in mostre curate dal Museo.
Tutti gli artisti in mostra:
Joseph Albers, Rodolfo Aricò, Carlo Battaglia, Daniel Buren, Enzo Cacciola, Louis Cane, Vincenzo Cecchini, Alan Charlton, Max Cole, Paolo Cotani, Robyn Denny, Marc Devade, Piero Dorazio, Ulrich Erben , Lucio Fontana, Marco Gastini, Winfred Gaul ,Raimund Girke, Gotthard Graubner, Alan Green, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Marcia Hafif, Vivien Isnard, , Robert Mangold, Agnes Martin, Carmengloria Morales, Olivier Mosset, Mario Nigro, Kenneth Noland , Claudio Olivieri, Gottardo Ortelli, Lucio Pozzi, Pino Pinelli, Robert Ryman Dan van Severen ,Niele Toroni, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini , Jerry Zeniuk
La mostra è corredata da un catalogo bilingue (it/ingl) edito da Silvana Editoriale con testi critici di Giorgio Bonomi Claudio Cerritelli, Alberto Rigoni, Franco Sborgi , Sandra Solimano e apparati iconografici e biobibliografici
Molti degli artisti che alla fine degli anni ’60 aderiscono al movimento della Nuova Pittura hanno peraltro attraversato l’esperienza concettuale e dunque propongono un uso concettualizzato del fare pittura, completamente estraneo a qualsivoglia referenzialità con il dato esteriore. La pittura manifesta se stessa negli elementi essenziali del fare pittorico - supporto superficie segno pigmento- in una inevitabile presa di distanza anche dalle avanguardie storiche di cui rifiuta la dimensione utopica e misticheggiante.
Il percorso della mostra prende avvio proprio dal lavoro di alcuni dei grandi artisti che rappresentano il modello di riferimento dei Nuovi Pittori, da Joseph Albers di cui si espone Homage to the Square ( 1974) dalle collezioni del Josef Albers Museum di Bottrop ( Germania) a Lucio Fontana, presente con Attese, 1961, già appartenuto al genovese Museo Sperimentale di Eugenio Battisti e ora nelle collezioni della Galleria d’Arte Moderna di Torino. Accanto a questi, Dorazio, Nigro, Aricò ( con la grande tela sagomata Prospettiva per Paolo Uccello, 1970 dalla collezione VAF di Francoforte sul Meno, in deposito presso il Mart di Trento e Rovereto) rappresentano in qualche modo la più vicina evoluzione delle ricerche astratte nella dimensione di una ricerca spazio temporale. Segue la sezione Protagonisti , scelti tra gli artisti italiani che hanno partecipato ad un significativo numero di mostre programmatiche :Carlo Battaglia, Enzo Cacciola, Vincenzo Cecchini, Paolo Cotani, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Carmengloria Morales, Claudio Olivieri, Gottardo Ortelli, Pino Pinelli, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini, le cui opere scandiscono gli spazi del Museo nelle diverse varianti del “pensare pittura”: dal bianco assoluto di Zappettini al dilagare del colore nelle grandi tele di Claudio Olivieri, dalle disseminazioni di Pinelli alle tautologie pittoriche di Claudio Verna, dai Cementi di Cacciola alle tele libere di Griffa.
Il secondo piano del Museo ospita la sezione Orizzonti internazionali che allinea tra le altre le esperienze dei gruppi francesi Support – Surface , con opere di Louis Cane, Marc Devade, Noël Dolla, Claude Viallat, Vivien Isnard , e BMPT, fondato nel 1967, con opere in mostra di Buren, Mosset , Toroni, e la situazione di Belgio e Olanda con Jaap Berghuis, Tomas Rajlich, Rudi van de Wint, Dan van Severen. E’ documentata anche la Nuova Astrazione Inglese, rappresentata tra gli altri da Robyn Denny , presente nelle due mostre omonime “Situation” che, all’inizio degli anni ‘60 , segnano la data di nascita del movimento, in contrapposizione alla Pop Art, pur senza evitare tangenze nell’attenzione all’ambiente visivo dei nuovi mass-media. Un dualismo che si ripropone in Germania, tra l’opera di Wilfred Gaul che opera in una zona di convergenza tra ricerche visuali e ricognizione della segnaletica urbana e quella di Raimund Girke, impegnato a richiamare l’attenzione sui valori autosignificanti della superficie pittorica. Particolare attenzione è dedicata alle correnti pittoriche non oggettive che si sviluppano dagli anni ’60 negli Stati Uniti, a partire da Kenneth Noland , presente con Morris Louis alla Biennale di Venezia del ’64 come coppia simmetrica a Raushenberg/Johns, esponenti della Pop Art e del New Dada. La tendenza sempre più marcata a costruire il quadro come un oggetto del tutto autonomo dalla realtà esterna è presente nei lavori di Robert Mangold, che utilizza semplici forme geometriche in legno su cui interviene con pittura a spruzzo, di Agnes Martin, che pone in risalto le superfici di supporto attraverso una stesura leggera del colore che lascia trasparire la trama della tela, nelle campiture monocrome di Marcia Hafif e di Lucio Pozzi, nel minimalismo cromatico di Robert Ryman
Al di là delle ragioni di oggettivo interesse di questa vicenda artistica in qualche modo globale, e della rinnovata attenzione della critica , confermata dalle numerose mostre e pubblicazioni ad essa dedicate, la mostra ha sue specifiche motivazioni nelle vicende storiche e culturali di Genova, che promosse la Nuova Pittura negli anni ’70 con mostre personali e collettive ( si ricordano tra le molte “Analytische Malerei” alla galleria La Bertesca e “Pittura” organizzata da La Bertesca a Palazzo Ducale, entrambe nel 1975) e trova ora nella Fondazione Zappettini di Chiavari, che è partner del Museo di Villa Croce e partecipa all’iniziativa con un significativo nucleo di opere appartenenti alle sue collezioni, un’istituzione finalizzata alla promozione, alla conoscenza e al dibattito sulla Pittura analitica. A ciò si aggiunga che esiste un profondo legame tra le collezioni del Museo e questa linea aniconica della ricerca del ‘900. Molti degli artisti italiani e stranieri presenti in questa mostra (Aricò, Dorazio, Fontana, Gastini, Girke, Guarneri, Nigro, Olivieri, Pozzi, Pinelli, Verna, Zappettini) sono presenti anche nelle collezioni del museo, altri , come Buren, Gaul, Isnard, Mangold, Toroni, sono stati presentati in più occasioni in mostre curate dal Museo.
Tutti gli artisti in mostra:
Joseph Albers, Rodolfo Aricò, Carlo Battaglia, Daniel Buren, Enzo Cacciola, Louis Cane, Vincenzo Cecchini, Alan Charlton, Max Cole, Paolo Cotani, Robyn Denny, Marc Devade, Piero Dorazio, Ulrich Erben , Lucio Fontana, Marco Gastini, Winfred Gaul ,Raimund Girke, Gotthard Graubner, Alan Green, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Marcia Hafif, Vivien Isnard, , Robert Mangold, Agnes Martin, Carmengloria Morales, Olivier Mosset, Mario Nigro, Kenneth Noland , Claudio Olivieri, Gottardo Ortelli, Lucio Pozzi, Pino Pinelli, Robert Ryman Dan van Severen ,Niele Toroni, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini , Jerry Zeniuk
La mostra è corredata da un catalogo bilingue (it/ingl) edito da Silvana Editoriale con testi critici di Giorgio Bonomi Claudio Cerritelli, Alberto Rigoni, Franco Sborgi , Sandra Solimano e apparati iconografici e biobibliografici
16 Ottobre 2009