8 febbraio | 12 maggio 2013
a cura di Luca Massimo Barbero.
La mostra si proponeva di illustrare il panorama artistico degli anni Sessanta, confrontandosi con la creatività europea e americana in un dialogo transoceanico. Questo approccio ha rivelato parallelismi che hanno svelato una nuova dimensione della cultura visiva. Il 1964 ha visto il trionfo della Pop Art americana alla Biennale di Venezia. Robert Rauschenberg ha ricevuto il Grand Prix per la pittura, segnalando uno spostamento della centralità del sistema artistico da Parigi a New York. Per la prima volta l'arte europea ha perso il suo dominio culturale a favore degli Stati Uniti. La mostra ha raccontato questa transizione esplorando tre segmenti di intenzionalità: la riduzione pittorica attraverso l'uso del monocromo, i nuovi valori dati all'oggettività e alla struttura, e l'evoluzione di un linguaggio figurativo tratto dalle immagini dei media e della pubblicità. Il monocromo e la sperimentazione pittorica di tipo sintetico, quasi concettuale, sono stati i poli tra i quali si è mossa la ricerca artistica americana ed europea, in una complessa convivenza.
Partnership:
Organizzata da Collezione Peggy Guggenheim in collaborazione con Regione Piemonte e Comune di Vercelli.
Artisti:
Arman, Enrico Baj, Peter Blake, Alberto Burri, Enrico Castellani, Lucio Del Pezzo, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, Raymond Hains, Richard Hamilton, David Hockney, Hans Hofmann, Jasper Johns, Allen Jones, Willem de Kooning, Bice Lazzari, Roy Lichtenstein, Morris Louis, Agnes Martin, Mario Nigro, Kenneth Noland, Pino Pascali, Michelangelo Pistoletto, Mel Ramos, Robert Rauschenberg, Man Ray, James Rosenquist, Mimmo Rotella, Mark Rothko, Emilio Scanavino, Paolo Scheggi, Mario Schifano, Frank Stella, Antoni Tàpies, Mark Tobey, Cy Twombly, Günther Uecker, Andy Warhol, Tom Wesselmann.