GREAT EXPECTATIONS: The Sense of the Future in the Art of the ’60s

Cortesi Art gallery, Lugano

25 settembre | 22 novembre

a cura di Marco Meneguzzo

Photo ©: Pucci

 

 

"Great Expectations: The Sense of the Future in the Art of the Sixties" cerca di analizzare e trasmettere il mood di anticipazione sull'immediato futuro vissuto da una generazione di artisti emersa in questo decennio. A cura di Marco Meneguzzo, la mostra parte dall'idea che il 1960 abbia segnato una svolta decisiva nella visione del futuro e delle nuove priorità dell'arte, immediatamente recepite dagli artisti più attenti al tema. La fondazione di gruppi, la ricerca di una forma d'arte "precisa", l'impulso a minimizzare le emozioni, il desiderio di fornire alla società strumenti di percezione più adatti alle nuove possibilità sociali, scientifiche e tecnologiche che le persone credevano avrebbero plasmato il futuro del nostro mondo: questi erano tutti legati a "grandi aspettative" su ciò che domani sembrava tenere in serbo. Per questo la mostra di Lugano cerca di costruire un'atmosfera piuttosto che mettere insieme un'indagine storica, privilegiando l'intuizione visiva del visitatore - pur fornendo un'analisi critica e storica il più possibile approfondita e affidabile - rispetto a qualsiasi conteggio di figure chiave. Questa era, e rimane, una corrente piuttosto che un movimento, una serie di neo-avant-Gardes sparsi su un terreno culturalmente e linguisticamente fertile, pieno di casi individuali ancora in attesa di trovare un nuovo posizionamento in una storia che è una narrazione piuttosto che un bilancio.

 

Per questo motivo, accanto ai nomi noti e inevitabili, si troveranno artisti meno regolarmente presenti in spettacoli tradizionali sull'epoca, proprio al fine di fornire agli spettatori il senso di un clima condiviso, di uno sguardo che intravedeva un linguaggio radicalmente nuovo per l'arte e per la figura stessa dell'artista all'orizzonte. Incentrati soprattutto sugli artisti italiani, allora all'avanguardia in Europa per numero e consapevolezza critica del proprio ruolo e del proprio percorso, La mostra presenta anche artisti europei che, molto prima della maggior parte delle istituzioni, hanno tessuto un tessuto connettivo per il loro continente basato sui concetti di visione, progresso, cultura e ragione.

Gli artisti presenti: Getulio Alviani, Marina Apollonio, Bernard Aubertin, Alberto Biasi, Gianni Colombo, Toni Costa, Dadamaino, Gabriele De Vecchi, Franco Grignani, Heinz Mack, Marcello Morandini, Jesus Rafael Soto, Grazia Varisco, Victor Vasarely, Nanda Vigo, Ludwig Wilding.

25 settembre - 22 novembre