Trenta le opere esposte -per la maggior parte oli, tempere e una interessante serie di ceramiche- tutte realizzate durante quello che è considerato il periodo migliore dell'artista tra l'inizio degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta quando, lontano da ogni influsso banalmente post-cubista, fondamentale nella cultura visiva francese, tenta la definizione di uno spazio totale, costruito ma non frazionato nella serie dei suoi componenti. Poliakoff arriva all'astrazione alla fine degli anni ‘30, ma è dopo la guerra che elabora progressivamente la sua cifra definendo con strati di colore le forme irregolari incastrate le une dentro le altre e creando accostamenti netti ma vibranti che danno l'impressione della profondità in modo che la tela obbedisca ad una necessità strettamente plastica.
Rapidamente riconosciuto come una delle personalità più originali dell'astrazione moderna, Serge Poliakoff ha saputo definirne con la sua pittura una versione singolare e unica, equidistante dalla stretta geometria -che giudicava troppo fredda- e dalla improvvisazione gestuale, cara ad artisti a lui contemporanei, definendo le sue campiture stratificate sulla tela con rigore e sensualità ereditati dalla sua cultura di derivazione e evocatrici della tradizione delle antiche icone russe.
Serge Poliakoff : Le suprême peintre de l`abstraction
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