Si inaugura venerdì 17 settembre da Lorenzelli Arte la personale di Ronnie Cutrone, uno dei più straordinari interpreti della New Pop Art americana.
Cutrone si è formato nell'ambiente più vivo e stimolante della cultura newyorkese: assistente di Andy Warhol dal 1972 al 1980, gli anni d'oro della Factory, è stato testimone della stagione americana del Grafitismo e del New Pop degli anni Ottanta di cui ha assorbito l'energia esplosiva ma, soprattutto, ha messo in evidenza alcune intuizioni di Warhol circa il legame tra arte e società contemporanea, utilizzando l'immaginario popolare per farne un'analisi in senso critico. La mostra, curata da Matteo Lorenzelli, Ivan Quaroni e Elena Forin, presenta nelle tre sale della galleria un cospicuo numero di lavori dell'ultimo decennio e costituisce una rara occasione di ammirare affiancati alcuni cicli di lavori che solo in minima parte sono stati esposti in Italia: le Cell Girls, i Transformer e i Pop Shots.
“Le immagini dalle quali sono sempre stato attratto sono quelle della cultura Pop, sia che celebrino la società, sia che la critichino, sia semplicemente che la osservino” e “Ho deciso di dipingere il mondo come se questo esistesse attraverso i suoi simboli. Per questo, ho scelto le bandiere, meravigliosi pezzi di stoffa pieni di simboli di vita e morte, di orgoglio e confini invisibili, di sangue e anima (R. Cutrone)”. E questo il tema dei Pop Shots dove le bandiere non sono solo supporti sui quali dipinge le sue storie, ma sono soprattutto la metafora di un contesto geopolitico specifico, la rappresentazione di uno scenario, di un teatro entro il quale si consumano i drammi e le commedie della contemporaneità. Cutrone mostra i fatti, gli oggetti, i simboli dello status quo, filtrandoli attraverso lo sguardo innocente dell'infanzia, che è poi quello dell'artista stesso. Egli recupera la semplicità popolare dell'immagine e la celebrazione della società dei consumi e della cultura di massa. Partendo dal paesaggio artificiale del Pop storico crea un linguaggio nuovo, che interpreta con partecipazione, grazie all'utilizzo di un alfabeto iconografico semplice, quasi infantile, le evoluzioni della realtà contemporanea, i sentimenti della gente comune e, nell'ultimo decennio, soprattutto dopo l'11 settembre, i temi politici e sociali. Un esempio è costituito dalla serie delle Cell Girls iniziato nel 2004. Si tratta di un gruppo di opere, in tutto 13 -11 tele di cm 50x50cm, più due grandi quadri dedicati uno all'America (cm 180x180) e l'altro all'Afghanistan (cm 220x240)- nelle quali sono ritratti volti di donne dai lineamenti mediorientali, col tradizionale velo mussulmano e la bocca coperta dalle bandiere degli stati nemici del terrorismo islamico. Questi lavori rappresentano un'importante svolta nell'opera di Cutrone poiché non è più un semplice fumetto bensì un'iconografia che trasmette un messaggio molto chiaro e inequivocabile di paura. Così come in 6 FT Explosion with phone messages del 2005 che evoca il pericolo di ulteriori sanguinosi attentati con un linguaggio fantastico e spettacolare, o ancora Crusade, un dipinto emblematico di questa fase, che raffigura il simbolo di Superman che sanguina sotto una croce rossa, fra un proiettile e un rossetto, come un crociato dell'era moderna.
In Cutrone l'aspetto drammatico della rappresentazione si affianca a quello leggero e ironico che gli ha permesso di osservare il mondo con sguardo scevro da pregiudizi: esemplificativo il polittico Look better, realizzato nel 2006 e il trittico ColorFast del 2010 che emanano una sorta d'impalpabile senso di distensione dettato dalla sequenza dei cinque sorrisi di donna rivolti a un supereroe, Flash Gordon, che attraversa correndo la tela . Un altro esempio è la serie intitolata Transformer, iniziata nel 2004. Si tratta di un work in progress che ha impegnato l'artista per cinque anni e che è consistito nella realizzazione di opere che riproducono su grande scala le copertine dei dischi che principalmente si ascoltavano nella Factory e sono state importanti per l'artista stesso: “Mi sono avvicinato all'idea di dipingere musica”, ha spiegato l'artista, “nello stesso modo in cui lo avrei potuto fare da teenager che dipinge la sua preziosa collezione di dischi con i suoi idoli e le sue ossessioni. Un modo piuttosto naif, quasi sciocco, ma con amore”. L'impatto visivo di queste opere, dove le scritte hanno un'importanza uguale alle immagini, è decisamente notevole, lo stile grafico pittorico preciso e, allo stesso tempo, apparentemente trascurato, i colori spesso stridenti e sgocciolati. La prima copertina dipinta da Cutrone è quella del disco The Paragons Meet The Jesters a cui sono seguiti i musicisti e cantanti di culto che ormai fanno parte della storia: da "Sketches of Spain" di Miles Davis a Madonna col disco “Erotica”, da “Rhapsody in blue” di Gershwin, al Jimi Hendrix di “Are You Experienced?” al Nino Rota di “Amarcord”. Reinterpretando le copertine degli album che ha amato, l'artista compie un viaggio a ritroso non solo nella propria storia ma anche in quella della Factory. “Come artista pop”, ha dichiarato, “sono ossessionato dai fenomeni culturali e dalle tendenze che nel bene o nel male alimentano e trasformano una società”.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo con testi di Ivan Quaroni e Elena Forin e 150 riproduzioni a colori . Il catalogo sarà disponibile in galleria.
Ronnie Cutrone : Pop, off the rack, by the slice, mix & match
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