Il titolo è un invito a rivolgere uno sguardo al passato, per poter guardare e capire meglio il futuro. La mostra si propone di dimostrare ed esaminare l’enorme influenza – raramente osservata - che hanno avuto, e che hanno tutt’ora, molti degli artisti esposti.
Alcuni di essi hanno catturato l’essenza del proprio tempo, come Mario Radice e Ronnie Cutrone, i cui lavori restituiscono in modo nitido l’atmosfera e le tendenze artistiche del loro periodo storico.
Altri artisti, invece, come Günter Fruhtrunk, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Dadamaino, hanno creato opere senza tempo, opere che potrebbero essere state realizzate in qualsiasi decennio, grazie alla loro intrinseca universalità. Lo stesso discorso vale per Pavel Mansurov, artista sovietico che, nella Leningrado del 1922, anticipa senza alcuna ombra alcuni concetti artistici che saranno propri, invece, degli anni Sessanta.
Artisti come Rodolfo Aricò e Claudio Cintoli hanno fatto, forse inconsapevolmente, una significativa rivoluzione del concetto di quadro e di superficie pittorica. Franco Grignani e Mario Nigro hanno elaborato un’arte più grafica e minimalista.
Questi sono solo alcuni dei nomi esposti in mostra. Parte dell’esposizione è infatti dedicata ad opere di artisti decisamente più contemporanei: all’eleganza e alla delicatezza di Yamamoto e di Lee Ufan, si contrappongono la potenza del gesto, quasi tribale, di Arcangelo e la matericità di Luca Serra, il rigore di Jon Groom e l’apparente leggerezza di Luca Caccioni. C’è poi Horst Antes, maestro tedesco vicino all’arte concreta diFruthtrunk. Ciascuno di essi rappresenta, a modo proprio, un ponte, un passaggio tra passato, presente e futuro.
Tutti questi artisti, seppur molto diversi tra di loro, hanno in comune l’aver lasciato un segno profondo e indelebile nella storia dell’arte. Hanno in comune anche il fatto di essere stati forse poco, sicuramente meno, congeniali al sistema - mercato, alle speculazioni, e per questo vittime di oblio o comunque di offuscamento. Molti di loro, come Dorazio o Gérard Schneider, solo di recente hanno iniziato a ottenere l’attenzione che meritano.
L’intento della mostra è proprio quello di dimostrare come l’autenticità di un messaggio artistico possa trascendere tempo e spazio, come esso possa andare oltre le dinamiche di mercato e di come molto di quanto vediamo oggi e ci viene proposto come una totale “novità”, abbia in realtà delle radici nel passato; ma spesso questo passato non viene dichiarato e in molti casi ignorato. Ci si propone di far riscoprire al pubblico l’importanza di questi artisti e dimostrare quanto il loro contributo sia ancora oggi determinante.