Piero Fogliati nasce a Canelli, Asti, nel 1930. A partire dagli anni ’50 si avvicina alle arti visive a alla pittura informale, coniugando la poesia e percezione del vivere ai rumori antropici della città. I suoi oggetti interagiscono in relazione a rumore, luce, movimento, colore, attraverso interventi ottico-meccanici. Per Fogliati la vita è come un gioco, alla scoperta dell’essenza delle cose, per carpirne segreti intrinseci e immaginifici; sogni globali pluri-sensoriali, che donano alla realtà, bellezza e verità.
La mostra vuole raccontare un grande artista italiano e riportalo all’attenzione della contemporaneità, celebrandolo attraverso le sue opere, che danno voce ai fiumi, al vento, colore alla pioggia e raccontano la poesia del mondo, in sinergia con l’uomo e le sue città.
Il percorso espositivo si articola nelle due ampie sale, ospitando opere di dimensioni eterogenee e si propone di rendere omaggio all’Artista, ricostruendo in parte l’esposizione che Fogliati realizzò nel Padiglione Italia2, presso la Biennale di Venezia del 1978.
Come si può vedere in questo video, l’allestimento sottintende una costante interazione fra gli oggetti e il fruitore, affinché l’opera d’arte, che altro non è che l’esito sonoro o visivo, si disveli. Col termine “utopia” si intende, difatti, effettuare un atto reiterato nel tempo rispetto a un evento che non sarebbe possibile replicare, come l’isolare il rumore del vento o dare voce a fiumi e laghi. La sequenza dei disegni, il cui insieme costituisce la Città Fantastica, è esempio tangibile dell’impossibile che Piero Fogliati rende possibile, realizzando le sue opere.
Ad accompagnare la mostra è stata organizzata una performance in cui Roberto Casiraghi dialoga con le opere sonore di Fogliati, visibile a questo link.
A corredo della mostra il catalogo, a cura di Lorenzelli arte e Roberto Borghi, bilingue, con testi del curatore Roberto Borghi e interventi di Paolo Fogliati, Giuliano Gori, Giuseppe Panza di Biumo, Volker Feirabend, Daniela Castellucci e Roberto Borghi.