Nella notte del 13 Luglio 100 lupi di Liu Ruowang vengono trasportati da Napoli a Firenze, invadendo gli spazi architettonici Rinascimentali di Piazza Pitti e Piazza SS. Annunziata.
Il simbolismo del lupo ha un duplice aspetto: l’uno aggressivo e minaccioso, l’altro benefico, che lo eleva a portatore di conoscenza. Nel buio di un mondo artificiale che pervade e insidia la natura, i lupi vedendo si orientano e muovendosi con ferocia tra gli spazi urbani, avvertono e guidano verso la consapevolezza la specie umana. In Piazza SS. Annunziata, il branco di lupi attornia un guerriero, che malgrado le sue forme monumentali, le quali si gonfiano come a sfidare i contorni della materia, sembra apparirci debole e impotente.
Il simbolismo del lupo ha un duplice aspetto: l’uno aggressivo e minaccioso, l’altro benefico, che lo eleva a portatore di conoscenza. Nel buio di un mondo artificiale che pervade e insidia la natura, i lupi vedendo si orientano e muovendosi con ferocia tra gli spazi urbani, avvertono e guidano verso la consapevolezza la specie umana. In Piazza SS. Annunziata, il branco di lupi attornia un guerriero, che malgrado le sue forme monumentali, le quali si gonfiano come a sfidare i contorni della materia, sembra apparirci debole e impotente.
L’uomo contemporaneo con la tecnica si erge a Creatore, domina e distrugge la natura. La tragedia dell’uomo, come preconizzava Spengler già nel 1931, sarà causata da questa fatale scissione tra l’uomo e l’universo. Il branco di lupi fa da monito all’umanità, rivendicando la potenza superiore del macrocosmo Natura di cui troppo spesso sembriamo dimenticarci.
L’aggressività, la resistenza, la forza e la protezione del ferro, in cui sono realizzate le sculture del peso di 280 kg ciascuna, si propagano creando una tensione scenica, spezzando l’ordine armonioso degli ambienti architettonici. Viene naturale ora comprendere la collocazione dell’installazione a Firenze, costruita su una visione antropocentrica del mondo caratteristica dei secoli XV- XVI.