Figura di rilievo del panorama dell'arte del novecento, consacrato a livello internazionale, Chillida ricevette nel 1958 il Gran Premio Internazionale della Scultura alla Biennale di Venezia, dove gli fu stata dedicata un'ampia mostra-omaggio negli spazi di Cà Pesaro nell'ambito della Biennale del 1990.
Nonostante queste due importanti occasioni ”italiane” e tutta una serie di premi e riconoscimenti internazionali, il pubblico di casa nostra mostra tutt'oggi di avere poca dimestichezza con l'opera del maestro spagnolo, che è invece una fondamentale figura di riferimento per molti scultori contemporaneai e anche delle ultime generazioni.
La presente rassegna è quindi un fatto particolarmente significativo a livello non solo artistico ma anche culturale e manifesta l'intenzione e l'attenzione della Lorenzelli Arte nella promozione in Italia di artisti che non hanno ricevuto fino ad ora l'attenzione che meritano.
La mostra milanese, che segue di poco tempo due importanti rassegne tenute al Museo Nacional Reina Sofia di Madrid e al Museo d'Arte di Mendrisio in Svizzera, e in contemporanea con il Guggenheim Museum di Bilbao, è caratterizzata da opere che l'artista ha appositamente scelto e selezionato dalla sua personale collezione: una serie di sculture - le Lurrak, terrecotte bruciate, peraltro raramente esposte al pubblico - e una bella serie di Gravitaciones, rilievi di diversi strati di carte, tagliate e in parte dipinte a china nera, legate e appese mediante della corda. Fra quest'ultime spiccano quelle dedicate a San Juan de la Cruz e a Johann Sebastian Bach. Apparentemente fragili, le gravitazioni racchiudono tutta la poetica dell'artista e la sua forza espressiva, che risulta altrettanto eloquente che nelle opere di maggior “peso” realizzate in metallo o in grès.
Alla Lorenzelli Arte sono raccolte in tutto un'ottantina di opere, attraverso le quali è possibile ripercorrere il senso della ricerca e il percorso che Chillida ha compiuto nell'ultimo decennio e apprezzare quali sono le linee lungo le quali essa si muove oggi e si svilupperà nei prossimi anni. Straordinariamente vitale, a 75 anni, egli continua ad aprire - scrive Kosme de Barañano - “le porte di nuovi luoghi di visione”.