Episceni. Natalino Andolfatto

1 - 22 Ottobre 1999

Maestria febbrile/tattile - fare scultura in questi termini sembra anacronistico, data l'intenzione di invadere lo spazio attraverso il rito del lavoro per il lavoro. 


Andolfatto nasce come operaio scalpellino e vive quindi un esordio non artistico. Trasferitosi a Parigi nel 1951, frequenta Zadkine, di cui diventa assistente di studio. Capacità tecnica e inventiva sviluppano il loro potenziale nell'articolazione libera delle strutture, nell'esaltazione delle peculiarità della materia; la commistione delle due rende la pietra leggera e immateriale a tratti, senza privarla della reale consistenza. Trasformare la materia in immagine: un processo di purificazione e decantazione, di sintesi. Ricerca sulla forma, geometrizzante, interesse per le superfici, e per i volumi definiti, integri, dialogano con l'ambiente attraverso la luce, in un sistema di rapporti. Il colore, i materiali: marmo nero del Belgio, il Bianco di Carrara, il Marmo Rosso, il Travertino Persiano. 


Formalismo algido, assoluto, esercizio intorno ad una scultura che sia moderna e radicata nel classicismo. Qualità artigianale congenita, magistero della mano, tecnica assaporata e distillata e virtuosismo sono valori imprescindibili.