Victor Pasmore

10 Dicembre 1998 - 30 Gennaio 1999

L'ARTE COME FUNZIONE DELLA CONSAPEVOLEZZA

Victor Pasmore

 

Il contenuto dell'arte gotica presentava una dualità contrapposta. Le splendide volte della Cattedrale e i canti dell'Ave Maria erano contrastati dallo spettro di Satana nascosto dietro la terribile immagine della Crocifissione e il suo richiamo al pentimento. La Fede, dunque, simboleggiava un mondo duplice, intrinseco nel nostro essere, che diveniva consapevole soltanto nell'immaginazione e, di conseguenza, trova espressione soltanto nel mito.

Comunque, nel nostro secolo, la scienza ha fornito il contenuto della consapevolezza. Ma in un mondo esterno e oggettivo la ragione non ha risposte da dare a Satana, pertanto non può esservi nessun sogno di redenzione. La non-ragione, dunque, è diventata indipendente e l'Uomo è rimasto solo con se stesso. Ma il mondo della scienza ha bisogno anche di un'espressione soggettiva ed è nelle immagini concrete e autonome dell'arte moderna che ha trovato un simbolo equivalente.

Benché, tuttavia, l'irrazionalità sia diventata il fattore di maggiore rilievo nella pittura moderna, la creazione artistica è anche una funzione dell'ordine e della ragione.

Così soltanto una nuova interazione con il processo razionale può rinnovare la creazione della grande Arte.

 

Dopo un immobilismo durato seicento anni. la pittura è diventata indipendente; ma quello che ci si chiede è se la sua forma, in quanto oggetto totalmente indipendente e immagine soggettiva, possa mantenere il prestigio che ha ereditato dalla storia; ovvero, anche come linguaggio circa idee e sensazioni estranee. Ma, come la rappresentazione esterna della tradizione naturalistica è diventata sempre più soggettiva e ambigua, così la pittura stessa è diventata sempre più autonoma.

 

Uno dei lasciti principali della scienza moderna alla pittura è stato il nuovo concetto di spazio. La relatività dello spazio e del tempo. insieme con quella dell'oggetto e dell'osservatore, ha condotto inevitabilmente all'idea delle quattro dimensioni annullando il concetto classico di rappresentazione visiva e sostituendolo con una condizione astratta e ambigua che richiede un'immagine completamente diversa.

 

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In questo secolo si è assistito ad una totale rivoluzione pittorica e plastica analoga a quella operata dallo stile bizantino che cancellò la tradizione greco-romana, così come quella del Rinascimento italiano fece con la bizantina attraverso il suo naturalismo visivo, razionale e oggettivo basato sulla scienza.

 

Inoltre, parallelamente a tale rivoluzione, venivano dalla scienza moderna sviluppi radicali riguardo il concetto di natura. Oltre alle nuove teorie, come quella della relatività e del materialismo dialettico, anche le nuove scoperte nel campo della micro fisica hanno concorso a rendere il concetto di mondo naturale ora ambiguo, indeterminato, astratto ora irrazionale.

Era dunque inevitabile che la pittura naturalistica dovesse ripartire dal soggetto.