Il tema della mostra insiste sul confronto tra due figure chiave del razionalismo per la qualità emblematica delle loro opere e per il ruolo avuto nel diffondere e propagandare a livello internazionale i principi della nuova architettura. Tale rapporto sarà esaminato attraverso le diverse fasi del loro legame, che fu sia di lavoro che di scambio intellettuale, anche allo scopo di mettere in luce il ruolo di primo piano giocato da Como sulla ribalta internazionale dell'epoca. Infatti, ripercorrere le vicende dei due architetti, significa leggere la storia dell'architettura moderna, attraverso i dibattiti e gli scontri anche molto accesi che animavano la scena nazionale e internazionale, nel periodo compreso tra il 1927, anno di fondazione del Gruppo 7 e il 1943, anno della morte di Terragni. Una storia che partirà con un riferimento ad Antonio Sant'Elia, sia perchè la mostra e le Onoranze che la città di Como dedicherà nel 1930 all'architetto futurista per eccellenza, saranno fortemente sostenute proprio da Alberto Sartoris sia perchè gli inizi della carriera di Terragni sono strettamente intrecciate alle vicende del progetto e della costruzione del Monumento ai caduti, formalmente ispirato ad uno schizzo di Sant'Elia. La storia della relazione Sartoris/Terragni seguirà un andamento altalenante, che la mostra metterà in luce, evidenziando i momenti di più stretta vicinanza (Sartoris soggiornerà spesso e per lunghi periodi a Como, nella casa di Terragni in via Indipendenza), soprattutto in occasione dell'elaborazione dei progetti comuni, tra cui il Quartiere satellite a Rebbio, non realizzato e ancora poco studiato nonostante si tratti di un progetto pari per importanza e grandezza agli analoghi esempi realizzati in diverse città europee.
Ad esso si dedicherà un focus speciale insieme alle Case popolari di Via Anzani costruite da Terragni secondo il progetto di uno degli edifici tipo pensati per Rebbio.
Il percorso, studiato da Giovanna Saladanna, utilizzando i colori della palette di Alberto Sartoris, sarà articolato attraverso l'esposizione di materiali molto diversi (disegni, lettere, articoli, pubblicazioni d'epoca, video, fotografie delle Case di via Anzani appositamente realizzate da Lorenza Ceruti che rappresentano una sorta di mostra nella mostra) e culminerà con nello spazio della navata centrale con il plastico dell'intero Quartiere di Rebbio e quello di un edificio tipo realizzati per l'occasione dal Politecnico di Losanna.
La mostra si rivolge ad un pubblico eterogeneo, pertanto per rendere i contenuti della mostra comprensibili a tutti, compresi i numerosi turisti di diversa provenienza presenti a Como ormai in ogni stagione, si è pensato di tradurre tutti i testi dei pannelli espositivi e del catalogo in inglese. Inoltre, perchè la mostra non risulti avulsa dal contesto cittadino, ma si ponga come polo culturale, offrendo occasioni di aggregazione durante le quattro settimane di apertura, il progetto espositivo comprende un fitto calendario di eventi collaterali realizzati in collaborazione con diverse realtà culturali di Como, così da coinvolgere vari tipi di utenti, compresi i giovani e gli studenti.