Verranno esposte circa 10 opere ad olio su tela realizzate da Noël tra la fine degli anni Cinquanta e i primi Sessanta, momento cardine per l’artista, che segna la svolta decisiva della sua poetica con la parabola del “lirismo astratto” dagli albori sino al suo lento crepuscolo, consacrandolo per sempre tra i grandi dell’arte informale francese ed internazionale, accanto ad Hans Hartung, Georges Mathiéu e Pièrre Soulages.
La ricerca di Noël è caratterizzata da un’attenzione al linguaggio segnico, al geroglifico, al segno grafico, in particolare alla pre-scrittura, a quel momento carico di tensione e di mistero che precede la sintesi tra pensiero e parola, tra parola e immagine, tra fonema e segno. Il pittore crea sulla superficie segni liberi di riflessioni e di narrazioni di un linguaggio emozionale.
“Ho disposto le linee laterali in un andamento leggermente elicoidale, quasi a suggerire che il movimento parta da sinistra per spostarsi verso l’alto a destra. Ho disposto le linee a bastoncino più come se fossero scarabocchi, ed ho cercato di scriverli il più velocemente possibile per farli vibrare in più direzioni così che esprimessero un ritmo.”
Lo scarabocchio, il geroglifico, rappresentano per Noël un’immagine che non trasmette un’idea, ma che riproduce un suono, un discorso frammentario, mancante, talvolta sconnesso; un discorso che in alcuni casi necessita di inclusioni, di aggiunte, di correzioni, a volte di cancellazioni e riscritture.