Paul Jenkins nasce a Kansas City nel Missouri nel 1923.  Tra il 1933 e il 1942 studia al Kansas City Art Institute e si impiega nelle officine Weldon, dove lavora con l'argilla, dipinge smalti, scolpisce teste e busti in argilla che in seguito fa cuocere. Il fuoco gli rivela appunto la metamorfosi del colore: l'opacità dello smalto prima della cottura acquisisce in seguito una trasparenza sottile o, al contrario, una densità pronunciata. 


Dal 1948 al 1952 studia per quattro anni con Yasuo Kuniyoshi e Morris Kantor alla Art Students League di New York. 


Compie numerosi viaggi: in Italia, in Spagna e si stabilisce a Parigi nel 1953. Del 1954 è la prima esposizione personale, alla Galerie Paul Facchetti mentre nel 1955 espone per la prima volta negli Stati Uniti, a Seattle, alla Zoe Dusanne Gallery e in seguito da Martha Jackson, New York, nel 1956. Dall'inizio degli anni sessanta inizierà ad intitolare le sue tele Phenomena, titolo seguito da una frase o una parola chiave; gli anni sessanta-settanta sono contraddistinti da frequenti viaggi, appassionate letture, sperimentazioni col colore ed incontri con importanti personalità del mondo della cultura e dell'arte. Si susseguono inoltre numerose retrospettive in importanti musei in America e in Europa: Houston, San Francisco, Charleroi, Hannover. 


Nel 1980 viene nominato Ufficiale delle Arti e delle Lettere della Repubblica Francese e Commendatore delle Arti e delle Lettere della stessa Repubblica nel 1983. Comincia a lavorare una parte dell'anno a Saint Paul-de-Vence, sulla Costa Azzurra. Si interessa al teatro scrivendo un'opera coreografica, Shaman to the Prism Seen, della quale traspone il soggetto in acquarelli, e che verrà rappresentata alla Salle Favart nel 1987 per cinque serate; musica di Dutilleux, regia di Simone Benmussa. Per le scene realizzerà due opere originali su tela di 10x13 metri. Dipingerà anche alcuni costumi e sete. Fa viaggi, ha contatti e scambi culturali assidui con l'Oriente, che ama profondamente. Invitato, dipingerà una scena in seta per uno spettacolo alla grande Sala del Popolo di Pechino: sei bandiere di 14x15 metri e un fondale in seta di 20x25 metri per la scena più una serie di bandiere di 10x1 metri per la Grande Muraglia. 


Si trasferisce nel suo nuovo atelier di Nizza nel 1989. Negli anni '90 di nuovo numerose mostre, incursioni nel teatro (Festival di teatro di Toga, 1991; per le rappresentazioni di Ivanov, adattamento della pièce di Chekhov di Tadashi Suzuki, vengono utilizzate le sete dipinte in Francia e in Cina come elementi di scena e per il costume di Anna, Mito 1991; scrive Shaman to the Prism Moon, un'allegoria del colore con la traduzione francese di Paul Veyne) e viaggi in Oriente. Nel 1996 Il Butler Institute of American Art di Youngstown, nell'Ohio, pianifica una serie di eventi in suo onore con una vasta esposizione di opere che si protrarranno sino al 1997. Del 1996 è l'ultima ampia esposizione personale che l'artista ha tenuto presso gli spazi di Lorenzelli Arte: Cardinal Recognitions, Works 1981-1996. 


L'artista ha vissuto e lavorato tra New York e Saint Paul-de-Vence (Francia). Muore il 9 giugno 2012 a New York.