Kengiro Azuma nasce il 12 marzo del 1926 nella cittadina di Yamagata al nord del Giappone, secondo di sette fratelli. Il padre ed il nonno sono artigiani del bronzo.

 
Nel 1943 entra nella Marina Militare nella divisione aeronautica Maizuru, nel 1946, dopo le due bombe nucleari sganciate dagli Stati Uniti sulle città di Hiroshima e Nagasaki, il Giappone è costretto alla resa, Azuma torna nel suo paese natale riprendendo gli studi al liceo classico. L'Imperatore non è più una divinità, il Giappone vive una profonda crisi economica in cui un sistema di valori è definitivamente crollato. Azuma, non trovando conforto né nella religione né nel suo paese, sceglie l'arte per dare un nuovo senso alla sua vita. Scrisse infatti: “Nell'arte, pensai, potrò trovare me stesso, la serenità ed una ragione di vita, coniugando la ricerca del nuovo con il passato, la storia della mia famiglia, senza recidere legami e radici. La ricerca estetica e la bellezza; la ricerca della perfezione avrebbe potuto sostituire le antiche certezze crollate di fronte alla realtà fornendo una ragione al grande quesito: cosa significa vivere?”. Nel 1949 si iscrive all'Università Nazionale d'Arte e Musica Gedai di Tokyo ove consegue la laurea nel 1953 frequentando per i due anni successivi i corsi swl master. 

 

Nel 1956 parte per Milano dove si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Brera spinto dalla convinzione che fosse la strada giusta da seguire per divenire un artista nonostante le difficoltà economiche e gli innumerevoli quesiti che si pone sulle origini, sul senso della vita e su se stesso. Nel 1958 partecipa alla Terza mostra nazionale d'arte giovanile presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma. 
Nel 1960 consegue il diploma all'Accademia di Belle Arti di Brera e diventa assistente personale dell'artista Marino Marini il quale gli diceva “Azuma, ricordati, sei giapponese...”. In quell'anno decide di svuotare il suo studio di tutto il lavoro fatto fino ad allora e inizia una nuova ricerca, tutta personale, che ebbe la sua radice nell'idea della “bellezza non costruita, qualcosa che può essere sentito solo da un giapponese, un ferro che sta arrugginendo, una catasta di legno della frutta crollata, l'elemento invisibile che c'è dietro la materia, il pieno e il vuoto...”. Queste riflessioni sul significato dell'infinito e sul ciclo della vita lo portano a realizzare i primi bassorilievi intitolati MU. Nel 1961 inaugura la sua prima mostra personale alla Galleria Minima di Milano cui seguiranno diverse personali fra cui una a Palazzo Strozzi a Venezia e nel 1962 una presso la Galleria l'Obelisco di Roma e una presso la Galleria il Cavallino di Venezia. 


Nel 1963 vince diversi premi: il National Museum of Modern Art Award con la scultura MU-99, il Premio Emile Godar con la scultura MU-52 durante il Concorso Internazionale di Scultura a La Sarraz in Svizzera e il secondo premio al Quinto Concorso Internazionale di Scultura a Padova con la scultura MU-89. Nel 1964 partecipa alla Keukenhif International Outdoor Exhibition in Olanda, a Dokumenta III a Kassel e all' Esposizione Internazionale di Scultura presso il Palazzo Reale di Monza in cui vince il secondo premio con l'opera MU 87. Nel 1964 Kengiro Azuma conosce nel suo studio il gallerista Bruno Lorenzelli, da quest'incontro nascerà una lunga amicizia. 


Nel 1965 è invitato al Simposio Internazionale di Scultura dalla California State University ove installa l'opera MU-464 e partecipa ad una collettiva dal titolo Japanese New Paintings and Sculptures presso il San Francisco Museum of Art e che toccò poi altri sette musei americani fra cui il Museum of Modern Art di New York. Nel 1966 tiene una personale presso la Toninelli Arte Moderna, nel 1968 partecipa e vince il secondo premio al concorso Dalmine Forma in Tubi. 
Nel 1971 partecipa al Simposio Internazionale di Scultura a St. Margarethen con l'istallazione Cielo, Terra e Uomo, ne scrive Aldo Tagliaferri: “[...] è il cosmo di Azuma; un mondo delimitato dalla fantasia ove l'uomo perde il senso dei suoi limiti e si pone in raffronto a una realtà di cui fa parte integrante [...]”. Nello stesso anno la sua opera Croce, inizialmente realizzata per il Monastero Francescano di Sion, entra a far parte della collezione dei Musei Vaticani per volere di Sua Santità Paolo VI. Nel 1972 partecipa ad un'importante mostra collettiva itinerante in Giappone e nel 1974 una sua mostra personale è presentata nei musei di Tokyo, Yamagata e Osaka. Nel 1977 torna ad esporre ai Musei Vaticani con l'opera Folgorazione di Saulo, San Paolo. 


Nel 1980 muore Marino Marini, Azuma seguirà i lavori per la realizzazione del suo museo a Firenze e della sua fondazione a Pistoia, nel medesimo anno inizia ad insegnare Scultura e Arte Orafa presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Nel 1983 il Dordrecht Museum gli dedica una mostra personale e nel 1984 installa di fronte all'amministrazione cittadina di Yamagata la grande scultura MU-1000. 
Nel 1985 inizia la serie Yu, nel 1986 la Galerie Tschudi di Glarus gli dedica una personale. 


Nel 1988 a Milano espone le sue opere per il Percorso della Scultura, a cui prenderà parte anche l'anno successivo, la cui idea è di trasformare Corso Vittorio Emanuele in un museo all'aperto, a settembre si inaugura il Museo di Marino Marini a Firenze nella chiesa di San Pancrazio. A cavallo fra il 1988 e il 1989 sei musei giapponesi (a Tokyo, Toyama, Kamakura, Yamanashi, Miyagi, Osaka) ospitano una sua mostra antologica personale. Nel 1990 la Lorenzelli Arte a Milano gli dedica una mostra personale in Via Sant'Andrea, nel 1991 installa l'opera A Monument of Life nella sede dell'Asahi Mutual Life Insyrance Co. a Tokyo e una sua opera alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Salisburgo. Nel 1992 sono pubblicate una monografia sul suo lavoro edita dal Sezon Museum of Art di Tokyo e una raccolta di sue poesie edita da Vanni Scheiwiller a Milano. 


Azuma viene nominato accademico di San Luca a Roma nel 1993, anno in cui organizza la mostra Arte Africana, con pezzi provenienti dalla collezione Carlo Monzino, che girerà in sette musei giapponesi. Nello stesso anno espone le sue sculture per Una mostra a Sant'Ambrogio a Milano e l'Imperatore giapponese lo riceve. Nel 1994 il Museo d'Arte di Mendrisio organizza una sua mostra personale. Nel 1995 riceve la decorazione Shijuhoshi dall'Imperatore del Giappone a Tokyo e nel 1996 il comune di Milano gli conferisce l'Ambrogino d'argento, nello stesso anno installa l'opera MU-966 all'interno del palazzo Granpark della NTT di Tokyo e all'inizio del 1997 l'opera in bronzo Piazza del Tempo nel Parco Kothodai della città di Sendai in Giappone. 


Nel 1998 realizza il percorso espositivo e l'installazione, che poi diverrà permantente, Il sogno a La Marrana a Montemarcello, Ameglia, al cui proposito scrive Rossana Bossaglia: “[...] egli ha sempre pensato che tra natura e arte non esista un contrasto; che, anzi, ci sia una corrispondenza, e persino in qualche caso una simbiosi. La serie di installazioni che ha realizzato alla Marrana suggerisce un percorso specifico ai visitatori, come se si trattasse di un'azione sviluppata in succesione temporale [...]”. 


Nel 1999 viene nominato visiting professor all'Università Nazionale d'Arte di Tokyo, partecipa alla collettiva a Palazzo Reale a Milano dal titolo Arte per Assisi e tiene una personale dal titolo La Luce di Teglio presso il Palazzo Besta di Teglio. 
Nel maggio 2000 le sedici panchine e le due fioriere in granito rosa da lui realizzate sono spostate in Piazza Cordusio a Milano (prima in piazza San Babila) e nel 2001 l'Imperatore del Giappone gli conferisce l'onorificenza Kunyonto Kyokujitsusho riservata a coloro che hanno reso onore al Giappone con la loro attività. Nel 2002 è realizzata la Fontana delle tartarughe progettata insieme al figlio Anri Ambrogio a Sesto San Giovanni ed è nominato Visiting professor all'Università d'Arte e Tecnologia di Yamagata. 


Nel 2003 a Gattico inaugura, in piazza Leonardi, il Monumento al donatore realizzato per il trentesimo anno di vita dell'Avis di Gattico, sua cittadina di adozione. Nel 2004 a Castelbasso nel Borgo Medievale inaugura la mostra Kengiro Azuma musica del silenzio ove espone l'installazione Luce di Castelbasso. 
Nel 2005 a Belluno l'editore Egidio Fiorin gli dedica il n°18 del quadrimestrale di Libri d'artista: un suo testo, L'orgoglio di essere artista e una testimonianza di Giorgio Lucini, La poesia di Azuma, ripercorrono lo svolgimento del suo lavoro di cinquant'anni in Italia. Nel 2006 a Vacciago presso la Fondazione Calderara si tiene la personale Kengiro Azuma. Ottant'anni per festeggiare il suo compleanno. 


Nel 2009 a Milano, dal 25 marzo al 20 aprile, è esposta l'opera MU 765 G presso Piazza della Scala nell'ambito di “MiArt ArtNow!” con la curatela della Lorenzelli Arte. Il 21 novembre dello stesso anno è tra i 266 esponenti del mondo dell'arte, provenienti da tutto il mondo, presenti all'incontro con Sua Santità Benedetto XVI, tenutosi nella Cappella Sistina a Roma. Nel 2010 inaugura la sua mostra antologica nei sassi di Matera, nelle chiese rupestri di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci e nel MUSMA-Museo della Scultura Contemporanea Matera. Nello stesso anno a Craveggia inaugura un'altra personale La luce di Craveggia presso lo Spazio Museale Archivio Storico. 


Nel 2011 in occasione del quarantesimo anno del sacerdozio di Sua Santità Papa Benedetto XVI, crea un' opera dal tema la carità e la speranza, “la speranza… una goccia d'acqua”, MU- 765 M in bronzo lucido e legno entrata a far parte della collezione dei Musei Vaticani per desiderio dell'artista. Fra il 2011 e il 2012 il Museo Novecento di Milano allestisce una Sala Focus sulla sua opera dal titolo Kengiro Azuma 1961. Nel 2012 a Locarno nella chiesa di San Francesco realizza l'altare, l'ambone, il portacero in bronzo e le sedute in legno massello di rovere. Nel 2015 a Milano sul Piazzale del Cimitero Monumentale di Milano inaugura il monumento dal titolo MU-141 La vita infinita con le due panche in granito rosa di Baveno, disegnate dall'artista. L'opera è stata donata dalla Fonderia Artistica Battaglia e dall'artista, con il contributo di 30 cittadini e il sostegno degli Amici del Monumentale. 


Nel febbraio 2016 a Milano la Galleria Cortina Arte inaugura una personale dal titolo MU YU – il vuoto e il pieno, a marzo la sua scultura MU- 141, La vita infinita, viene installata di fronte all'azienda Sambonet a Orfengo. Nello stesso anno a ottobre presso il Museo del Parco di Portofino installa l'opera Genesi - la luce di Portofino e la Lorenzelli Arte, per festeggiare i suoi novant'anni di vita e i sessanta a Milano gli dedica una mostra personale dal tilolo Infinito - MU. 


Kengiro Azuma muore a Milano nell'ottobre 2016.