Rodolfo Aricò nasce a Milano il 3 giugno 1930. Tra il 1946 e il 1950 frequenta il Liceo Artistico di Brera, mentre tra il 1950 e il 1955 la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.
In questi anni compie le prime esperienze artistiche, ma continua comunque a coltivare il suo interesse per l'architettura. Nel 1957 stringe amicizia con alcuni pittori quali Giustino Vaglieri, Mino Ceretti, Bepi Romagnoni e Giorgio Bellandi; seguirà per un po' il gruppo ma se ne distaccherà successivamente.
Nel 1959 realizza la sua prima mostra personale, tenuta al Salone Annunciata di Milano. Nel 1962 tiene la sua seconda personale al Salone Annunciata e partecipa alla collettiva “Nuove prospettive della pittura italiana” a Palazzo Re Enzo a Bologna. Nel 1964 partecipa alla XXXII Biennale di Venezia. Nel 1967 espone alla Galleria L'attico di Roma mentre l'anno successivo è invitato a partecipare alla XXXIV Biennale di Venezia dove presenta, in una sala personale, uno spazio occupato da grandi opere dal quale emerge il carattere strutturale della sua pittura-oggetto. In questo periodo stringe amicizia con Toti Scialoja, con il quale collabora come assistente presso il Liceo Artistico di Brera.
Nel 1970 Aricò comincia ad orientare i suoi studi sulla prospettiva, secondo una finalità che egli stesso definisce di “rappresentazione trasgredita”. Nel 1971 è invitato a partecipare all'esposizione “Homage a Joan Mirò” e nello stesso anno inizia la carriera accademica cominciando ad insegnare scenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Urbino. Nel 1973 partecipa insieme a Carlo Battaglia, Claudio Verna e Giorgio Griffa alla mostra “Iononrappresentonullaiodipingo”, tenutasi presso lo Studio La Città di Verona. L'anno successivo è invitato per una mostra antologica a Palazzo Grassi a Venezia dove presenta Work in progress, una serie di opere già avviata nel 1968. Nel 1975 prende parte ad alcune collettive quali: “Peinture italienne aujourd'hui”, Galerie Espace 5, Montreal e Galerie Templon, Parigi; “Empirica: l'arte tra addizione e sottrazione”, Museo di Castelvecchio, Verona; “Trompe l'oeil”, Galleria Stendhal, Milano; “Spazio attivo/struttura”, Studio Marconi, Milano e Galleria Rondanini, Milano.
Nel 1978 realizza una scenografia per il Teatro dell'Assurdo di Tardieu al Teatro Pier Lombardo di Milano. Nello stesso anno partecipa alla collettiva “I nodi della rappresentazione” presso la Pinacoteca comunale di Ravenna, dove ha l'occasione di presentare Scena di Ravenna, un'opera di vaste proporzioni che vuole rappresentare una sorta di contaminazione tra pittura, architettura e scenografia.
Sempre nel 1978 ottiene la cattedra di scenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 1980 tiene una personale presso la Casa del Mantegna a Mantova, focalizzata sull'indagine delle relazioni tra pittura, architettura e mito. Nel 1981 partecipa alle collettive “Linee della ricerca artistica in Italia 1960/80”, presso il Palazzo delle Esposizioni a Roma e “30 anni d'arte italiana 1950/80. La struttura emergente e i linguaggi espropriati”, tenutasi ai Musei Civici Villa Manzoni di Lecco. Nel 1982 espone alla mostra “Costruttività”, Tour Fromage di Aosta e partecipa, nella sezione “Arti Visive '82”, alla XL Biennale di Venezia. Al 1984 risale la personale presso il Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano dove Aricò espone opere degli anni 1967-70 accompagnate da alcune più recenti. L'anno seguente prende parte alla collettiva “L'intelligenza dell'effetto. La messa in scena dell'opera d'arte” a Palazzo Dugnani a Milano e ad “Elogio dell'architettura”, ad Acireale. Nel 1986 partecipa ad un'esposizione itinerante: “1960/1985. Aspetti dell'arte italiana”, al Kunstverein di Francoforte e poi a Berlino, Hannover, Bregenz e Vienna. Lo stesso anno è invitato alla XLII edizione della Biennale di Venezia, nella sezione “Il colore”, dove presenta l'opera Struttura del 1968. Nel 1987 tiene una personale presso la Studio Marconi di Milano e prende parte alle esposizioni “Disegnata”, presso la Loggetta Lombardesca di Ravenna e “20 anni fa” allo Studio la Città di Verona. Nel 1988 partecipa alla mostra itinerante “Emotion und Methode” alla Galerie der Künstler di Monaco di Baviera e poi al Kunstverein di Ingolstadt.
Sempre nel 1978 ottiene la cattedra di scenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 1980 tiene una personale presso la Casa del Mantegna a Mantova, focalizzata sull'indagine delle relazioni tra pittura, architettura e mito. Nel 1981 partecipa alle collettive “Linee della ricerca artistica in Italia 1960/80”, presso il Palazzo delle Esposizioni a Roma e “30 anni d'arte italiana 1950/80. La struttura emergente e i linguaggi espropriati”, tenutasi ai Musei Civici Villa Manzoni di Lecco. Nel 1982 espone alla mostra “Costruttività”, Tour Fromage di Aosta e partecipa, nella sezione “Arti Visive '82”, alla XL Biennale di Venezia. Al 1984 risale la personale presso il Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano dove Aricò espone opere degli anni 1967-70 accompagnate da alcune più recenti. L'anno seguente prende parte alla collettiva “L'intelligenza dell'effetto. La messa in scena dell'opera d'arte” a Palazzo Dugnani a Milano e ad “Elogio dell'architettura”, ad Acireale. Nel 1986 partecipa ad un'esposizione itinerante: “1960/1985. Aspetti dell'arte italiana”, al Kunstverein di Francoforte e poi a Berlino, Hannover, Bregenz e Vienna. Lo stesso anno è invitato alla XLII edizione della Biennale di Venezia, nella sezione “Il colore”, dove presenta l'opera Struttura del 1968. Nel 1987 tiene una personale presso la Studio Marconi di Milano e prende parte alle esposizioni “Disegnata”, presso la Loggetta Lombardesca di Ravenna e “20 anni fa” allo Studio la Città di Verona. Nel 1988 partecipa alla mostra itinerante “Emotion und Methode” alla Galerie der Künstler di Monaco di Baviera e poi al Kunstverein di Ingolstadt.
Nel 1989 è alla Galleria Lorenzelli Arte a Milano, dove le sue opere sono esposte insieme a quelle di Piero Dorazio, Vittorio Matino, Gardait e Jackson. Nello stesso anno tiene una personale alla Galleria Turchetto/Plurima di Milano, dove è anche invitato a prendere parte alla collettiva “Le differenze somigliano. Otto pittori 1970-1990”. Sempre del 1989 è la sua partecipazione alla mostra “Quei problematici anni Settanta”, tenutasi presso la Galleria dei Banchi Nuovi di Roma. L'anno seguente è nuovamente alla Galleria Turchetto/Plurima con una personale e, sempre a Milano, espone anche presso lo Studio di Carlo Grossetti. Partecipa alla mostra “Il miraggio della liricità”, organizzata dal Comune di Milano e tenutasi presso il Liljevalchs Konsthall di Stoccolma. Nel 1993 tiene una mostra personale alla Lorenzelli Arte a Milano. Nel 1995 partecipa alla collettiva “Trilogia 5”, presso il Centro espositivo della Rocca Paolina di Perugia.
Nel 1998 prende parte alla mostra “Lo spazio ridefinito”, a Villa Burba di Rho, e ad “Arte italiana. Ultimi quarant'anni. Pittura aniconica”, alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna. Nello stesso anno tiene un'esposizione personale da Lorenzelli Arte, Milano, intitolata “Corrispondenze”. Nel 2000 partecipa alla mostra itinerante “Il corpofigura dell'immagine. Aspetti dell'arte italiana dal dopoguerra ad oggi”, tenutasi presso la Städtische Galerie Rosenheim di Rosenheim, ai Musei Civici Villa Manzoni di Lecco e alla Städtische Galerie Villa Zanders di Bergisch Gladbach. Allo stesso anno risale anche la mostra “Rodolfo Aricò, opere su carta”, presentata all'Istituto di Pittura dell'Accademia di Belle Arti di Bologna. L'ultima mostra personale è quella tenutasi presso la Galleria Spazio Annunciata di Milano nel 2001.
Rodolfo Aricò muore a Milano il 22 giugno 2002.